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Il mercato della sicurezza e l’effetto terrorismo

 Milano. La Camera di Commercio di Milano ha reso noto i risultati di un’indagine secondo la quale sta avvenendo un boom delle imprese locali del settore sicurezza: in un solo anno (da giugno 2006 a giugno 2007)

si è registrata una crescita del 6,9% per porte blindate, casseforti, sistemi di antifurto e vigilanza privata. Per quantoriguarda il fenomeno della “percezione della sicurezza”, il 65,3% degli intervistati dichiara non sentirsi tranquillo nei luoghi pubblici affollati come metropolitane, stazioni e centri commerciali. Fra le richieste che i cittadini rivolgono alle Istituzioni c’è il maggior impegno nella prevenzione, con attività di sorveglianza nei quartieri e sui mezzi di trasporto pubblico.

Fra le più significative preoccupazioni dei milanesi si segnala anche il legame fra criminalità e comunità di origine araba, per la paura di attentati sul territorio (29,3%), ed il crescere della microdelinquenza nelle città (17,6%). Cosa chiedono i cittadini? Innanzitutto più vigilanza dei quartieri (circa il 33%) ed in centro (43%). I soggetti che si sentono più minacciati sono le donne (il 35% auspica più controlli) e la popolazione anziana, che nel 45% dei casi vorrebbe più azioni contro la piccola criminalità.

In rapporto agli altri paesi dell’Unione Europea, nel complesso l’Italia si sente più insicura: ben il 43% ha paura di subire un furto in un anno (contro il 30% degli europei) ed il 35% non si sente tranquillo a passeggiare di sera nel proprio quartiere (sono il 28% in Ue). Risultato: il 20% delle case italiane è dotato di sistemi d’allarme ed il 59% è difeso da porte blindate (rispettivamente contro il 13% ed 50% di quelle europee). In linea con i dati europei, anche i nostri connazionali chiedono la prigione (24%) per i recidivi, ma nel 59% dei casi (contro il 49%) preferirebbero il servizio sociale.

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