Pozzuoli. Ladri d’appartamento scoperti tentano la fuga ma si schiantano in auto

I carabinieri di Pozzuoli hanno arrestato ieri due presunti ladri d’appartamento, uno dei quali detenuto nel carcere di Porto Azzurro e in questi giorni a Napoli in permesso premio, dopo essere stati allertati da alcuni inquilini, vicini della casa che stava per essere svaligiata.

I testimoni hanno annotato numero di targa dell’auto usata dai ladri per scappare e l’hanno comunicato ai carabinieri. Due pattuglie hanno inseguito i ladri che, nella rocambolesca fuga, hanno danneggiato molte auto in sosta e si sono scontrate contro il muro in opus reticulatum dell’Arco Felice Vecchio.

Dopo l’impatto, hanno abbandonato l’auto e sono fuggiti a piedi. Uno dei due ha cercato di scappare nel tunnel di epoca romana della Grotta di Cocceio, ma dopo pochi minuti e’ stato rintracciato e arrestato. In manette anche il suo complice.

L’intera refurtiva, con una sessantina fra collane e bracciali d’oro, anelli e soldi in contanti sono stati recuperati dai militari della Compagnia di Pozzuoli, diretta dal capitano Elio Norino. I due sono finiti in cella.

Furti in appartamento, operazione della Squadra Mobile di Napoli

NAPOLI- In data odierna, la Polizia di Stato di Napoli ha dato esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica.

In particolare, sono stati arrestati Grammatico Giuseppe, di Casalnuovo, BATTISTA Nicola, RONGO Domenico e GIULIANO Santo detto “Ivan”, tutti di Pianura, VASSALLO Rosario alias “O Chicchino”, di Soccavo, mentre DE ROSA Michele, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Tutti sono gravati da precedenti di polizia specifici.Le indagini, avviate nel 2013, hanno permesso di ricostruire una associazione per delinquere, capeggiata da GRAMMATICO Giuseppe, finalizzata alla perpetrazione di furti in abitazione, consumati tra i quartieri di Pianura, Soccavo e Bagnoli, nonché nei Comuni di Pozzuoli, Bacoli e Quarto.La Squadra Mobile di Napoli ha accertato che i destinatari dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere sono autori di almeno dieci furti in abitazione, selezionate secondo le disponibilità economiche dei rispettivi proprietari. Più di un chilo di oro, orologi di marche prestigiose, diverse migliaia di euro, monili ed anche sei fucili legittimamente detenuti da uno dei malcapitati, in parte recuperati dal Commissariato di P.S. di Pianura, costituiscono il provento delle azioni criminali contestate ai sodali i quali, in un caso, non hanno risparmiato nemmeno i giocattoli di una bambina di sei anni a cui è stata sottratta, nella circostanza, anche una Play Station.Rilevanti le disponibilità economiche del gruppo criminale, in grado di sostenere il pagamento di ottocento euro mensili per onorare il canone di noleggio di un’agile station wagon, utilizzata per commettere i reati. Un costo fisso ma necessario ad ostacolare, almeno nelle intenzioni dei criminali, le indagini eventualmente condotte su di loro.Tale risultato operativo è l’epilogo di un’indagine durata all’incirca un anno.Con l’occasione, si ribadisce la necessità di adottare tutte le cautele necessarie a difendere le proprie abitazioni ed a costituire una rete virtuosa, anche tra vicini di casa, in modo che ognuno possa collaborare nell’azione di prevenzione. Si fa appello alla cittadinanza di segnalare al 113, anche in forma anonima, qualsiasi movimento o persona sospetta, avendo cura di rilevare il tipo di veicolo ed il numero di targa, nonché l’abbigliamento di soggetti sconosciuti, che si aggirino con fare sospetto nei pressi di potenziali obiettivi.Basti pensare che anche questa operazione ha conosciuto un suo spunto propulsivo proprio grazie alle preziose informazioni raccolte sul posto a seguito della perpetrazione di un furto in abitazione.

 

Furti in appartamenti a Casaluce: arrestato 39enne

Ad Aversa i carabinieri hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, il 39enne Iavazzo Giovanni residente a Casaluce. Nella circostanza i militari, a conclusione di una attività di indagine, raccoglievano consistenti e gravi indizi colpevolezza, sul conto dell’uomo in ordine al reato di furto aggravato, che consentivano al GIP del Tribunale di Napoli Nord di emettere il provvedimento restrittivo. In particolare si accertava come Iavazzo nei mesi di maggio e giugno si rendeva responsabile di numerosi furti in abitazione, dalle quali asportava biciclette ed oggetti vari. Fatti questi tutti denunciati dalle vittime. L’arrestato, è sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Aumentano le denunce, ma Chieti è più sicura delle altre città abruzzesi

Diminuiscono gli omicidi, crescono furti e rapine. Così dice la mappa nazionale dei crimini italiani, pubblicata pochi giorni fa sul sito de L’Espresso, che prende in considerazione tutte le città capoluogo di provincia.

Ma se la percezione del cittadino dà l’idea di essere in pericolo costante fra scippi, razzie negli appartamenti o altri reati contro il patrimonio, i numeri, specie se rapportati con altre città, parlano chiaro. E dimostrano che, spesso, la sensazione è ben distante dalla realtà.

Dando per certo che la città “della camomilla” appare più sicura di altri centri più grandi, con un alto tasso di criminalità, anche in ragione del numero di abitanti, la ricerca dell’Espresso consente di confrontarla con tutti i capoluoghi di provincia italiani. Si scopre così che, stando ai dati Istat del 2012, a Chieti due anni fa ci sono state 29 denunce per rapine ogni 100mila abitanti. Numeri ben lontani da Napoli (351), Roma (132) e Milano (271). Statistiche ben più alte per i furti: 1.851 quelli denunciati alle forze dell’ordine su 100mila abitanti, più della metà dei 3.271 di Napoli. Ma le statistiche, si sa, si basano solo sui dati certi, non sulla percezione. E sembra alquanto improbabile, considerando solo gli oltre 900mila partenopei residenti, che nella città del Vesuvio nel 2012 siano stati denunciati solo 145 furti in casa su 100mila abitanti, contro i 275 di Chieti.

Certo è che nel chietino aumentano le denunce: 1.563 persone ogni 100mila abitanti nel 2010 hanno segnalato alle forze dell’ordine di aver subito un furto; due anni fa erano 1.851. Crescono anche le denunce per rapina, da 20 a 29 ogni 100mila abitanti nel giro di due anni. Andamento altalenante per le denunce per violenza sessuale: furono 9 ogni 100mila abitanti nel 2010, calarono a 6 l’anno successivo, per risalire a 8 nel 2012.

Paragonata alle altre città capoluogo d’Abruzzo, comunque, Chieti appare ancora un’oasi felice, pur con tutte le sue emergenze. Nel 2012 ci sono state 29 denunce ogni 100mila abitanti per rapina, contro le 68 di Pescara,  e con 10 denuncianti per estorsione si piazza meglio di L’Aquila (11), Teramo (12) e Pescara (23). Le statistiche sui furti sono più rosee solo nel capoluogo di regione, che ha registrato due anni fa 1.420 denunce ogni 100mila abitanti. E nella città d’Achille sembrano meno frequenti rispetto al resto d’Abruzzo i furti nelle abitazioni: 275 denunce su 100mila abitanti.

Solo un caso di sfruttamento della prostituzione è stato segnalato nel corso dell’anno, mentre sono 8 le vittime di violenza sessuale che hanno denunciato i loro aguzzini.

Alcuni reati, però, restano ancora taciuti. Per paura delle vittime o perché il danno è talmente irrilevante che rivolgersi alle forze dell’ordine e perdere tempo dietro a denunce e verbali comporterebbe un fastidio ancora peggiore.

Furti e rapine in appartamenti del napoletano, sgominata banda

Smantellata dalla Polizia di Stato un’associazione a delinquere finalizzata ai furti e alle rapine in appartamento. Alle prime luci dell’alba, i poliziotti della Squadra Mobile di Napoli hanno arrestato F.S., 45 anni, G.S., 46 anni, A.P., 45 anni e G.G., 36 anni, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

I quattro, tutti napoletani del Rione Traiano e che già annoverano numerosi precedenti di polizia, sono accusati a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata ai furti ed alle rapine in appartamento, tentato omicidio nei confronti dei poliziotti della Sezione Antirapina della Squadra Mobile, nonché di porto e detenzione illegale di armi da fuoco. In particolare a gennaio del 2013, F.S., A.P. e G.G., dopo un furto all’interno di un appartamento di Aversa, dopo essere stati sorpresi dai poliziotti, per garantirsi la fuga avevano esploso verso di loro numerosi colpi d’arma da fuoco e avevano inoltre provato a investire un agente con l’autovettura utilizzata per la fuga.

Le successive indagini hanno permesso di scoprire l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere che da anni operava in una vasta area compresa tra i territori delle province di Napoli, Salerno e Caserta dove aveva depredato numerosissime abitazioni.

Sicurezza, ecco le città in cui si ha più paura

Una nuova ricerca Istat rivela che gli italiani si sentono meno sicuri in città

Nel 2011 uscire da soli di sera spaventava solo il 39% degli italiani; oggi questa percentuale è salita al 45%. Un’Italia meno sicura è quella che l’Istat dipinge nel suo ultimo rapporto sul benessere equo e sostenibile, basandosi sulle denunce per diversi reati raccolti nelle principali città italiane. Tuttavia, rispetto alla percezione preconcetta sui crimini più diffusi, questa ricerca mostra che alcuni miti sono decisamente da sfatare.

Ad esempio, il rapporto Istat svela che gli omicidi sono in calo. Nonostante il proliferare di tribune televisive dedicate ai principali e violenti crimini degli ultimi anni, questo tipo di reato è in calo ormai da anni: nel 2012 ce n’erano 0,9 ogni 100.000 abitanti, nel 1991 questo dato era di quattro volte più alto.

Quelli che non calano sono i reati di natura economica, come i furti. Secondo uno studio del consorzio interuniversitario Transcrime, condotto da Marco Dugato, i furti in appartamento sono raddoppiati negli ultimi anni. Inoltre anche i borseggi e le rapine sono raddoppiati, con l’aggravante di lesioni e minacce collegate a tali crimini.

La ricerca condotta dall’Istat rivela anche in quali città è più facile subire un crimine. Sulla totalità delle denunce registrate, la città meno sicura è Milano con 12.859 denunce ogni 100.000 abitanti, registrate in un solo anno. Seguono Bologna (11.478 denunce) e Torino (10.671 denunce).

Andando ad esaminare nello specifico i singoli reati più diffusi, si osserva che non possono certo dormire sonni tranquilli gli abitanti di Milano, che hanno denunciato 8.100 furti ogni 100.000 abitanti in un anno. Al secondo posto per numero di forti troviamo Bologna. Se invece si analizzano furti legati alle autovetture, Catania è la città dove avere una macchina è quasi impossibile: i furti d’auto denunciati sono 1.811 ogni 100.000 abitanti. Per quanto riguarda le rapine, Napoli guida la classifica con 351 denunce ogni 100.000 abitanti, seguita da Catania (289).

Ma a cosa è dovuta questa forte ondata di furti, rapine e crimini legati all’acquisizione illegale di denaro ai danni di altri? Non è solo la crisi a spingere onesti cittadini a trasformarsi in rapinatori perché chi perde il lavoro, va a rapinare un negozietto e non una casa, azione per cui ci vuole una preparazione, competenza e osservazione che solo bande e criminali specializzati posseggono.

Passando agli omicidi, a guidare la classifica è Vibo Valentia, con un dato però poco impressionante, a conferma del calo generale di questo crimine in tutto il Paese, indicato nella ricerca. Qui sono state registrate 7 denunce ogni 100.000 abitanti. Per quanto riguarda i reati a sfondo sessuale, Milano e Bologna sono le città in cui vengono registrate più violenze fisiche (26 ogni 100.000 abitanti), seguite da Firenze (23).

I dati acquisiti dall’Istat mostrano anche che la scelta di denunciare un crimine, benché sia in aumento, non viene sempre esercitata: a volte perché ci si vergogna (come nel caso degli stupri) o perché il danno è minimo (nel caso di alcuni furti). A volte si ha così poca fiducia nelle forze dell’ordine che si sceglie di non parlare del crimine subito (azione molto comune al Sud, dove i dati potrebbero essere quindi una sottostima rispetto alla realtà). Questa differenza fra i reati denunciati e quelli taciuti, vanno ad alimentare quello che viene definito “numero oscuro“. I crimini su cui le denunce non vengono spesso fatte sono stupri, criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio, spaccio di droga.