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Sicurezza, ecco le città in cui si ha più paura

Una nuova ricerca Istat rivela che gli italiani si sentono meno sicuri in città

Nel 2011 uscire da soli di sera spaventava solo il 39% degli italiani; oggi questa percentuale è salita al 45%. Un’Italia meno sicura è quella che l’Istat dipinge nel suo ultimo rapporto sul benessere equo e sostenibile, basandosi sulle denunce per diversi reati raccolti nelle principali città italiane. Tuttavia, rispetto alla percezione preconcetta sui crimini più diffusi, questa ricerca mostra che alcuni miti sono decisamente da sfatare.

Ad esempio, il rapporto Istat svela che gli omicidi sono in calo. Nonostante il proliferare di tribune televisive dedicate ai principali e violenti crimini degli ultimi anni, questo tipo di reato è in calo ormai da anni: nel 2012 ce n’erano 0,9 ogni 100.000 abitanti, nel 1991 questo dato era di quattro volte più alto.

Quelli che non calano sono i reati di natura economica, come i furti. Secondo uno studio del consorzio interuniversitario Transcrime, condotto da Marco Dugato, i furti in appartamento sono raddoppiati negli ultimi anni. Inoltre anche i borseggi e le rapine sono raddoppiati, con l’aggravante di lesioni e minacce collegate a tali crimini.

La ricerca condotta dall’Istat rivela anche in quali città è più facile subire un crimine. Sulla totalità delle denunce registrate, la città meno sicura è Milano con 12.859 denunce ogni 100.000 abitanti, registrate in un solo anno. Seguono Bologna (11.478 denunce) e Torino (10.671 denunce).

Andando ad esaminare nello specifico i singoli reati più diffusi, si osserva che non possono certo dormire sonni tranquilli gli abitanti di Milano, che hanno denunciato 8.100 furti ogni 100.000 abitanti in un anno. Al secondo posto per numero di forti troviamo Bologna. Se invece si analizzano furti legati alle autovetture, Catania è la città dove avere una macchina è quasi impossibile: i furti d’auto denunciati sono 1.811 ogni 100.000 abitanti. Per quanto riguarda le rapine, Napoli guida la classifica con 351 denunce ogni 100.000 abitanti, seguita da Catania (289).

Ma a cosa è dovuta questa forte ondata di furti, rapine e crimini legati all’acquisizione illegale di denaro ai danni di altri? Non è solo la crisi a spingere onesti cittadini a trasformarsi in rapinatori perché chi perde il lavoro, va a rapinare un negozietto e non una casa, azione per cui ci vuole una preparazione, competenza e osservazione che solo bande e criminali specializzati posseggono.

Passando agli omicidi, a guidare la classifica è Vibo Valentia, con un dato però poco impressionante, a conferma del calo generale di questo crimine in tutto il Paese, indicato nella ricerca. Qui sono state registrate 7 denunce ogni 100.000 abitanti. Per quanto riguarda i reati a sfondo sessuale, Milano e Bologna sono le città in cui vengono registrate più violenze fisiche (26 ogni 100.000 abitanti), seguite da Firenze (23).

I dati acquisiti dall’Istat mostrano anche che la scelta di denunciare un crimine, benché sia in aumento, non viene sempre esercitata: a volte perché ci si vergogna (come nel caso degli stupri) o perché il danno è minimo (nel caso di alcuni furti). A volte si ha così poca fiducia nelle forze dell’ordine che si sceglie di non parlare del crimine subito (azione molto comune al Sud, dove i dati potrebbero essere quindi una sottostima rispetto alla realtà). Questa differenza fra i reati denunciati e quelli taciuti, vanno ad alimentare quello che viene definito “numero oscuro“. I crimini su cui le denunce non vengono spesso fatte sono stupri, criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio, spaccio di droga.

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